Percorrere vie

Un’esperienza di cammino nella natura urbana

Un punto di partenza

Compiere una scelta educativa progettuale legata al vivere il “fuori” dei
servizi – vivere la città – mette nelle condizioni di trovare innanzitutto
l’entusiasmo di ricominciare a percorrere le vie dei quartieri, creando
interferenze buone tra il territorio e i servizi educativi in esso
inseriti. Da circa tre anni questo entusiasmo ha cominciato ad abitare il
progetto educativo del servizio 0-6 “Valsecchi” di Bergamo, delineando in
maniera concreta alcune scelte legate soprattutto al vissuto quotidiano
della scuola dell’infanzia.

I BAMBINI E LE BAMBINE SONO PERSONE

Gli esseri umani nascono sapendo fondamentalmente ciò di cui hanno bisogno, non solo per la loro sopravvivenza, ma anche per il loro sviluppo fisico, emotivo e intellettuale.  Il bambino possiede quindi delle grandi capacità fin dalla nascita, fin dal suo primo approdo nella terra degli uomini.

Già durante la vita uterina, il bambino è un essere umano dotato di caratteristiche proprie; alla nascita ha già accumulato un gran numero di esperienze, piacevoli e spiacevoli, che hanno certamente tracciato la prima parte della sua storia di vita. L’uscita dal grembo materno è una esplosione verso una nuova libertà, con limiti e confini ormai non più certi e definiti come quelli dei propri primi 9 mesi di esperienza di vita. Ma è proprio verso questa esplosione al mondo esterno che è rintracciabile lo stupore e la voglia di scoperta caratteristica della prima fase di sviluppo della vita umana. Anche dentro questa immagine è rintracciabile l’idea di bambino che fin dal principio è persona e manifesta il bisogno di essere conosciuto nella sua unicità da altri esseri umani.

Il bambino ha delle grandi possibilità insite, che devono trovare un giusto spazio di espressione e di accoglienza. Le possibilità che una persona possiede si evolvono a livello corporeo, emotivo e intellettivo attraverso un processo graduale, che necessita di mani e occhi pronti ad accompagnare, sostenere e stimolare con delicatezza, discrezione e fiducia. Vicino all’immagine di una mano che accompagna e prepara il terreno sopra il quale un piccolo inizia il suo cammino di crescita, rintracciamo anche un orecchio adulto pronto a un ascolto autentico rivolto alle innumerevoli domande che un nuovo abitante di questa misteriosa e affascinate terra propone. Il bambino rieduca spesso l’adulto a stupirsi dinanzi alle grandi domande che nascono dentro le semplici azioni quotidiane. Rieducarsi a vicenda allo stupore e alla bellezza diventa nuova nascita sia per i bambini che per gli adulti. L’adulto non deve possedere risposte immediate, ma deve essere pronto a co-costruire con il bambino nuove idee e verità.

Una persona dagli 0 ai 6 anni di vita è costruttore dell’essere e portatore di profondi diritti che invitano alla messa in gioco di una società democratica ed educata alla pace, capace di dare valore alla voce dei più piccoli.

 

 

LA SCUOLA è UNA PALESTRA DI UMANITA’

 

La scuola dell’infanzia A. Valsecchi si propone come un servizio integrato in grado di accogliere il bambino e la sua famiglia lungo un percorso di crescita ricco e altrettanto generativo quale è quello della prima infanzia. La scuola propone una cultura educativa ispirandosi ai principi della Costituzione Italiana, alle indicazioni nazionali del Ministero dell’istruzione[1], alla convenzione ONU dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza[2] e al rapporto della Commissione Europea per le politiche dell’infanzia[3].

Dentro alla ricchezza di questi presupposti è indispensabile immaginare e dare concreta forma ad una scuola capace di mettersi in costante ascolto delle unicità caratterizzanti le storie di vita di ogni bambino e della sua famiglia. Una scuola in dialogo perenne con i bambini, con le famiglie e con il territorio e che legge nel confronto e nello scambio opportunità di crescita e continua evoluzione.

Oltre al costante ascolto empatico e non giudicante, la scuola deve essere un luogo che permette un incontro efficace e ben curato con esperienze di vita e di crescita capaci di alimentare curiosità, stupore, ricerca e consapevolezza in quella persona autentica che è il bambino.

La scuola ha il dovere di alimentare eventi complessi, capaci di suscitare plurime attenzioni e apprendimenti, che mettono in circolo, creando collisioni generative, le intelligenze cognitive ed emotive di ogni persona.

La scuola non si limita ad ordinare, modellare e descrivere, poiché vuole proporsi come vera esperienza esistenziale nel corso della quale si respiri il senso dell’esserci e dell’esserci con gli altri.

Ogni esperienza proposta e vissuta alla scuola dell’infanzia diventa in questo modo un micro universo che occupa una sua specifica centralità, che alimenta nuove domande e che genera nuovi traguardi di crescita.

La scuola dell’infanzia è uno spazio temporale che vive di lentezze e gradualità,[4] che non forza il raggiungimento di traguardi senza aver vissuto la pienezza del percorso che conduce verso quelle mete. È un luogo dove il processo ha lo stesso valore del prodotto conclusivo e dove ogni dettaglio trova il suo spazio, creando continue risonanze a armonie.

Una scuola capace di creare interazioni sociali, generatrici di storie di apprendimento e una scuola consapevole della ricchezza che una visione ecologica, sistemica e complessa di ogni azione educativa può portare nello sviluppo cognitivo del bambino.[5]

[1] Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo, MIUR 2012.

Indicazioni e nuovi scenari, MIUR 2018

[2] Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ONU, 1989

[3] Rapporto della Commissione Europea “proposal for key Priciples of quality Framework for Early Childhood Education and Care, 2014

[4] Zavalloni G., La pedagogia della lumaca, per una scuola lenta e nonviolenta, Emi edizioni, Bologna 2008

[5] Brofenbrenner U., Ecologia dello sviluppo umano, il Mulino, Bologna 1986